venerdì 29 ottobre 2010

SPERIAMO CHE SIA FEMMINA

In ufficio girano tra consulenti, dipendenti e vari impiegati parecchie persone, spesso guardo il gran capo chiedere e tutti scattare perchè il suo "chiedere" è un ordine esposto in termini gentili. Il vice gran capo, una donna molto capace, molto femmina ma anche molto pratica agisce in maniera differente: per lei "il pretendere" ha la musicalità di "un chiedere aiuto" ai suoi delegati, a ciò si aggiunge poi la teatralità dell'ingenuo ammiccamento delle sopracciglia, le mani aperte con un braccio proteso quasi a darti un'amichevole pacca sulla spalla, il sorriso bonario, lo sguardo che spazia sulla tua persona e soprattutto il suo essere dolce che fa si che tale richiesta non preveda una risposta verbale bensì inneschi uno spontaneo scatto in avanti nel tentativo di soddisfare tale esigenza se non fosse solo per la fiduca che ella ti sta concedendo.. Questa è la differenza tra i due manager: Per lei tutto ciò è naturale, non è un artista è una bella persona che ha scalato le sua carriera dal basso e ricorda tutto il suo vissuto; per lui è la manifesta realtà del suo potere e di saper valorizzare i meritevoli.
Io come consulente esterno, non ho capi, non ho delegati nè impegate, Il gran capo si rivolege a me in tono secco ma educato, il vice gran capo, la femmina che oggi si presenta con un completino di Chanel davvero elegante, da sempre prima di rivolgermi la parola, con il tono dolce e confidenziale con cui ci si rivolge ad un tuo pari, mi sorride e ciò mi piace parecchio.
Adesso volgo la mia attenzione verso i ragazzi dello staff di entrambi, vedo quelli comandati dal maschio, efficenti, scattanti e sempre in competizione, quelli comandati dalla donna, efficenti, sereni, sorridenti e con una manifesta maggior cura del particolare per il proprio aspetto.
Sono certo che questa non è la fotografia del mondo lavorativo di tutti noi, ma per quel che mi rigurada se dovessi scegliere un capo, oggi lo vorrei FEMMINA.

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