venerdì 22 ottobre 2010

MORNING BLOWJOB

Era una giornata luminosa, piena di sole e tutto prometteva bene, una di quelle dove il tempo sembrava fermarsi e il cervello si donava la paziente ricerca del suo spazio libero all'interno di una chiacchierata colazione. Niente poteva presagire dopo il sesso notturno, il risveglio abbracciati ed una piccola coccola che proprio quel giorno la mia vita sarebbe cambiata. L'avevo lasciata completamente nuda sullo sgabello davanti ad una tazza di caffè il cui aroma aleggiava per tutta la stanza ed io non mi accorsi del severo cipiglio che le sue labbra presero nel salutarmi. Io mi ricordavo solo della sua bocca che sapeva ancora del mio seme quando mi baciò.
Il pomeriggio trascorse lento, indaffarato, tra una matematica stantia e un sogno erotico sempre più emergente da realizzare quella sera.
Telefonai come al mio solito per dire che stavo rientrando.
Arrivai a casa e la trovai sul medesimo sgabello, questa volta vestita con lo stesso sguardo perso nel vuoto e l'espressione che quella stessa mattina mi era sfuggita.
Non rispose al mio saluto e come una scolaretta che aveva imparato a memoria un pezzo di prosa iniziò a parlare ed io mi trovai dopo 2 giorni a vivere in un residence, con l'amaro in bocca e due corna lunghe almeno un paio di anni.

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